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Wildlife Art
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La sfida con la natura di questo raffinato artista è disarmante , la wildlife si presta ad una tecnica di stesura poco elastica, la perfezione iperrealistaica è la componente imprescindibile dell'esecuzione, eppure ALBERIO, sa andare oltre.
La precisione del tratto è minuziosa ma non cade, come può avvenire, nella mera perfezione statica della riproduzione, la passione e la forza condiscono la capacità che Alberio ha di rapportarsi con la sua arte, sorprende più della perfezione esecutiva, la capacità di far uscire , attraverso una personalissima "ars majeutica" il movimento, il calore della vita.
I suoi dipinti sono caldi della vita stessa degli animali che ritrae, finzione e realtà si mescolano si miscelano con vitalità e con vitalità rapiscono.
Difficile riflettere guardando questi pezzi, ne si è rapiti, affascinati, nell'interezza e al contempo nel particolare, pare di sentire lo sciabordio dell'acqua che viene mossa dal corpo in movimento, il rumore del respiro, la morbidezza del manto, quasi impauriti si rimane estasiati da tanta bellezza.
In un mondo che, sovente va verso un' astrattismo informale e concettuale sempre più ermetico, che smarrisce la capacità comprensiva del concetto espresso in chi osserva, questa pittura cosi vera, cosi pura ,cosi emozionale, non chiede altro d'essere guardata e goduta e proprio per questa peculiarità è una perla di rara bellezza.
.....e la sfida con la natura continua.

Marzia Perotta


Wildlife Art, in Italia tendenza poco conosciuta ma in Mitteleuropa, Scandinavia e America vitalissima corrente.
Fra i più grandi artisti italiani annoveriamo Gianluigi Alberio.
Nato a Como (1951) art director in agenzie pubblicitarie, designer e poi pittore animalista a tempo pieno,Alberio in opere dall'interessante tecnica, ritrae animali, ponendosi addirittura oltre l'iperealismo.
I suoi dipinti sono scatti e momenti di vita di animali selvaggi, fotografie eseguite con pennelli e matite, tromp l'oeil naturali di stupefacente resa grafica, straordinaria precisione e cura del dettaglio.
Ma nonostante tutto si avvertono il peso, la massa corporea degli animali della savana che per un attimo si sono innefabilmente fermati per permettere al pittore di ingannarci, illuderci, perpetuando così le grandi tradizioni della pittura animalista italiana, non dimenticando gli "animalier" francesi dell'800.
Questi sontuosi studi estetici dimostrano l'infinita, esclusiva, totalizzante passione di Alberio per questo approccio che riprende, nobilitandola, quella che in ambito protestante tra il 600, il 700 e l' 800 era detta "minor pittura"
La mia Africa di Alberio diventa allora un dialogo con animali possenti (rinoceronti, leoni...). eleganti (giraffe, zebre...) senza dimenticare i mammifferi europei ( lupi, mufloni...).
Alberio riscopre dunque una pittura oggi atipica ma gloriosa nella storia passata, ma anche in quella recente, capace di umanizzare e addirittura superare le strepitose fotografie del National Geographic.

Fabio Bianchi
Critico d'arte e giornalista


Fermati e rifletti.
Coraggio.
Fermarsi e riflettere richiede coraggio.
L'invito che ci muove Gianluigi Alberio con i suoi dipinti è tutt'altro che semplice: prendersi i propri tempi per pensare a che cosa è veramente importante, unico modo per tornare padroni della propria esistenza.
Ma scoprirlo fa paura.
In una società dove l'imperativo è la velocità, il restare sempre connessi e la corsa frenetica verso una meta che per lo più finisce per essere dimenticata, l'individuo deve tornare ad essere l'unico a dettare il proprio tempo.
L'uomo finisce per perdere di vista il fondamento dell'esistenza e l'essenza stessa della vita, frastornato da mille azioni inutili che lo rapinano delle energie necessarie.
La natura invece ci mostra chiaramente che l'unica cosa che conta è ciò che concerne la sopravvivenza.
La sottile linea di confine tra la vita e la morte fa si che un solo istante possa cambiare il destino di un essere vivente.
Questo è difficile da accettare e l'uomo preferisce strozzare l'istinto in una cravatta piuttosto che accettare il fato.
Gli animali invece lo sanno, sanno che ogni istante può segnare un destino e per questo vivono l'istinto non pensando al domani.
Le scene quotidiane della vita degli animali, riprese nei dipinti di Gianluigi Alberio, permettono di comprendere come istanti apparentemente insignificanti vadano vissuti appieno, a costo della vita.
Un lupo non può intenerirsi e lasciarsi scappare una preda; vorrebbe dire morire.
Un ramarro che si abbevera non può permettersi di non prestare attenzione: il prezzo da pagare è la vita.
Al confronto si comprende come le preoccupazioni degli esseri che tanto si definiscono pensanti, perdano completamente di senso: la corsa all'accumulo cui ci porta la vita contemporanea è insensata, quando è in gioco la pura sopravvivenza.
La vita nelle grandi praterie o savane diventa quindi un'allegoria di quello che dovrebbe essere il vero significato dell'esistere: puntare solamente su ciò che è fondamentale.
L'analogia è talmente diretta che i dipinti non potevano che essere resi con un realismo impressionante; gli animali sono lì, di fronte a noi, in dimensioni considerevoli: non possiamo fare finta di nulla, dobbiamo scuoterci, reagire.
I lati aberranti della natura però non possono essere nascosti, e Alberio è lungi dal farlo.
I suoi dipinti sono volutamente quotidiani, non mettono mai in scena momenti sanguinari, non ce n'è bisogno.
Lupi corrono nelle praterie, lo spettatore sa già che stanno correndo verso una preda, non è necessario mostrarlo.
Una tigre ha le fauci spalancate, non è necessario sapere il perché, lo si immagina.
Queste scene permettono quindi di esorcizzare il lato selvaggio degli animali e di conseguenza della cosiddetta civiltà umana.
Quel lato che gli esseri umani cercano di sedare senza successo, nascondendolo sotto improbabili divise di lavoro.
La “wilderness”, il cuore di tenebra dell'uomo emergono costantemente nelle vicende contemporanee.
La differenza tra uomini e animali sta nel fatto che negli animali l'atrocità è assente, uccidere cessa di essere un crimine efferato e diventa necessario.
Per questo il sangue non è raffigurato, perché è un sangue per così dire “purificato”
E necessità è un'altra delle parole chiave della poetica di Alberio: questa urgenza di comunicare agli uomini che è inutile perdersi dietro all'inutilità del superfluo distruggendo al contempo il proprio mondo.
Gli animali lo insegnano.
Fermati.
Rifletti.
Quello che conta è solo l'oggi:guardami negli occhi e agisci.

Anna A.
Dott.ssa in Scienze della Comunicazione


Pittore certamente macrofigurativo, (il termine realista è riducente), Gianluigi Alberio è un esegeta della teoria naturalista di George Buffon: gli animali vanno descritti nella fedeltà totale,senza che un solo pelo manchi alla tela.
Ad una convinzione-convenzione di questa fatta si potrà rispondere che dal settecento pur illuminato dai naturalisti, sono trascorsi tre secoli e che nel frattempo sono state inventate la fotografia,la cinecamera e le altre trappole micidiali per riprendere gli animali nel loro ambiente più interno.
Non è questa la filosofia della Wildlife art, anche il pittore deve appartenere per fatto empatico alla categoria wild, in quanto per carattere ed elezione, sfuggente a tutte le scuole di pensiero, antropiche e concettuali che si allontanano anche solo di un micronesimo dalla fedeltà assoluta narrativa.
Wildlife art non è un ismo,è una religione, la cui appartenenza non deve necessariamente prevedere una sorta di alienazione alla Ligabue, ma una "presenza" mentale, quanto mai razionale e raziocinante, in difesa del concetto nature dell'immagine.
Tardo romanticismo per "narrar di abitatori di terre ultime", impermeabili ad ogni sorta di infiltrazione culturale?
Neonaturalismo enciclopedista, dove sopravvive l'emozione per il soggetto riprodotto "a mano"?
Nè uno, nè l'altro.
Una lettura di queste composizioni, non soggetta ai vizi delle antiche querelles su occhio umano e occhio ottico e adesso elettronico, digitale, porta con tranquilla certezza a considerare il lavoro zoopittorico di Alberio come ad un ricorso autoctono alla hi-fi art, alogico quanto si voglia, di questi tempi analogici, ma realizzato in un modo tale che veramente, il vero della forma animale si avverta in tutta la sua immanenza.

Dott. Donat Conenna
Giornalista - Critico D'arte



Opere elette, di grande spessore e risultato, così appaiono da subito i sapienti, incisivi lavori dell'artista Gianluigi Alberio.
Si denota immediattamente non solo una acuta voglia di rappresentare manualmente l'animale voluto, ma anche e soprattutto la sua integra intierezza.
Alberio riesce con abilità a dare ad ogni linea cromatica un insieme che rasenta la perfezione scenografica.
Più che parlare di pittura naturalista sembra di avere dinanzi un artista, forse il primo, che riesce a eseguire un'opera pittorica talmente elaborata nei particolari da ricreare una fotografia.
La bellezza della pittura di Alberio, sta nel suo eccelso risultato più che nell'animale raffigurato.
Certamente predominano gli animali delle savane, ma il suo occhio si disperde anche verso realtà nostrane: gufi, mufloni, galli ecc.
L'idea, il guizzo.
Sembra quasi di riassaporare un gusto Gauguiniano per la ricerca del lontano ma anche il simbolismo di Ligabue, ovvero di un qualcosa non visto ma sempre cercato e divenuto parte integrante dell'artista.
In questo specifico artista si sono superati persino i canoni dell'arte, in quanto le opere di Alberio sembrano scatti di vita selvaggia che da un momento all'altro scompaiono nel restante caldo paesaggio.
Gianluigi Alberio, per capacità e desiderio, è da annoverare tra i più grandi artisti odierni, che non solo espletano la loro passione, ma in essa trovano la maestosità e la grandezza delle capacità umane, realizzando "carte di identità" per animali in via di estinzione.
I
nsomma: l'arte di Alberio è un'arte a 360 gradi.

VALERIA S. LOMBARDI
Dott.ssa Storia dell'Arte Contemporanea


Allievo di importanti personalità come Bruno Munari e Giò Ponti, grafico, tatuatore ed artista, Gianluigi Alberio decide, per mezzo della pittura, di raccontare la naturalezza e la semplicità del mondo animale.
Utilizzando cromie forti e decise, ma nel contempo pennellate precise, spinte al limite del grafico-pittorico, l'artista si addentra nella foresta per “fotografare” col pennello alligatori, leoni e tigri…
In “Hamm” come in “Riposo” Alberio dona all'animale una forza espressiva degna di Ligabue, donando veridicità al “racconto” con un realismo, una dovizia di particolari ed un lirismo che richiamano la pittura di Henri Rousseau.

Carla Ferraris
Curatrice di Eventi Artistici




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Gianluigi Alberio si dedica con passione all'amore per l'arte.
Le sue opere meravigliose vengono contemplate nella loro naturalezza, percepite nella ricchezza di una materia che dona freschezza alle superfici.
Opere naturalistiche dall'atmosfera delicata e realistica.
Alberio sostiene la validità della realtà animale come tema di rappresentazione principale, teorizzando il ritorno verso un'intima comunione con le creature viventi e il trionfo dello spirito sulla materia.
Nella sua pittura Alberio studia e ritrae le sembianze animali, con gusto espressionistico e realistico.
Alberio si cimenta in una pittura d'impatto fenomenico con la natura, dove il colore s'infrange e porta l'immagine sul declivio di un'animazione psicologica e dove tutto vive e diventa vincolo esistenziale.
Una pittura che invita al silenzio e alla riflessione, una ricerca pittorica creata da un gioco meraviglioso di effetti cromatici, materici ed espressivi che comunicano il messaggio poetico ed intenso dell'animo di Alberio.
Una ricerca che si esprime sull'equilibrio creato tra intelletto, natura e l'immedesimazione sentimentale dell'artista.
L'artista Alberio realizza immagini, animali in movimento che si confrontano tra loro, creature meravigliose studiate nella loro fisiologia e nella loro muscolatura, particolari di luci e colori nascono dal manto animale trattato con attenzione, un racconto che si introduce con una stilistica basata sull'equilibrio cromatico e sull'armonia compositiva del segno, dirigendosi verso dimensioni magicamente poetiche, immerse nel silenzio interiore dell'artista .
Opere che determinano una meditazione con la vita, con l'ambiente, sollecitando un interesse che si trasforma in dialogo naturalistico.

M. Maione

 copy by Gianluigi Alberio ,oggi è info@gianluigialberio.it