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Roma

Galleria Crispi di Gallia Kroumova Trulli
presenta

Sala Agostiniana in S. Maria del Popolo – Piazza del Popolo – Roma

Rassegna Internazionale d'Arte Contemporanea
Pittura, scultura, fotografia, arte digitale.

a cura di: Francesco Giulio Farachi - Gallia Kroumova Trulli

presentazione di: Francesco Giulio Farachi – critico d'arte

L'Arte contemporanea, specie nell'ambito figurativo e visivo, ha tutto sommato pochi spazi ed occasioni per il libero ed autonomo confronto fra generi, tecniche, esperimenti. Il gran numero di eventi, che pure vengono costantemente promossi, può portare ad una frammentazione di visuali e di visioni, che spesso disorienta tutte le componenti nel sistema dell'Arte, artisti, pubblico, operatori tecnici e culturali. La Rassegna Internazionale di Arte Contemporanea che si aprirà martedì 23 ottobre presso la Sala Agostiniana nella Basilica di S. Maria del Popolo a Roma, nasce con l'intento esplicito di condensare in un unico luogo e momento i vari fermenti che caratterizzano la produzione artistica contemporanea. Voluta ed organizzata da Gallia Kroumova Trulli, direttrice della Galleria Crispi, che con questa rassegna manifesta il ruolo attivo delle Gallerie d'Arte nella promozione e diffusione culturale, l'esposizione è stata curata dal critico Francesco Giulio Farachi. Fra i più di 70 artisti, italiani ed internazionali, selezionati per esporre nei prestigiosi spazi dell'Agostiniana, figurano nomi affermati e già storicizzati, insieme alle nuove promettenti leve, in un fruttuoso accostamento e raffronto di idealità e codici espressivi. Lo scopo della mostra è infatti non solo di offrire agli artisti una occasione di ampia visibilità, al pubblico un evento in cui conoscere ed identificare i percorsi creativi, ma soprattutto di costituire una sorta di laboratorio delle relazioni – fra opere, artisti, spettatori – che sperimenta e costruisce da sé le sue formule ed i suoi esiti. Come scrive il curatore: “Una rassegna così intesa trova dunque una sua necessità di essere e proporsi, proprio perché si lega nella sua stessa concezione alla realtà dell'Arte contemporanea. Che è una realtà dinamica, in continua e fervente evoluzione ... Allora, il compito di rappresentarla non può essere disgiunto dalla volontà fattuale di seguirne andamenti ed orientamenti, di adeguare anche i criteri conoscitivi e speculativi ad una agilità di instabili riferimenti e di elastici schemi.” Questa impostazione dà ragione della scelta di sviluppare una rassegna, e non una mostra a tema, di affiancare le varie forme di produzione, dalle tradizionali a quelle sperimentali e tecnologiche, in un continuum logico e spaziale che aiuti a delineare i caratteri del panorama artistico, senza frapporre barriere, senza imporre predeterminazioni.

Roberta Sole

Info mostra
Sala Agostiniana ~ Basilica di S. Maria del Popolo ~ Piazza del Popolo ~ Roma
Dal 23 al 30 ottobre 2007
Inaugurazione / presentazione con cocktail
martedì 23 ottobre – ore 18,30
Ingresso gratuito
Informazioni
Galleria Crispi – Via Vittoria, 74 – 00187 Roma
Tel. 06 83503432

ARTISTI IN MOSTRA:
Alberio Gianluigi, Amati Luigi, Andreeva Katya, Antonov Branimir, Attinello Enzo, Avanzi Paolo, Azzi Emma, Baglioni Francesco, Bastianelli Marco, Battimiello Mario, Bello Lucien, Bellocchi Claudia, Bertizzolo Maria, Betti Bruno, Campilongo Antonietta, Caporaso Claudio, Carotti Cristiano, Cascella Giuseppe, Caserini Elisa, Catalano Mario, Cecere Gianluca, Ch2111, Coppola Isabella, Corbinelli Lucia, Corica Milly, Cundari Claudia, D'Amico Antonio, Daniele Bruno, Dipani Basilio, Falchetto Fabrizio, Falci Irene, Fazio Anna Maria, Fera Emanuela, Ferrari Paolo, Foradori Claudio, Francia Camillo, Gallo Luciana, Gatti Nicola, Gattuso Rosa, Gemelli in Arte, Genta Gian, Giardini Marco, Iudici Luciano, La Porta Carlo, Lai Andrea, lardschneider Ivan, Ligrone Umberto, Lombardi Mara, Magri Pier Domenico, Manfredini Maura, Mannucci Gianfranco, Mapelli Luigi, Marziani Vittoria, Masci Enzo, Merati Gualtiero, Mugnaini Patrizio, Mura Consuelo, Negretti Ester, Occhetti Gabriella, Palasgo Diego, Pastori Giuliano, Patrascanu Daniela, Petracca Laura, Pinci Stefania, Profumo Marina, Raffaelli Giovanna, Refoni Daniela, Rosomando Mirella, Rossorame, Ruggeri Paolo Massimo, Santilli Anna, Santioli Sandro, Sepe Monica, Simeoni Loredana, Tornambè Luca, Toresella Piero, Tricase Cosma, Tronco Anny, Trulli Massimo, Vaccaro Massimo, Ventavoli Gabriella, Vinci Angela, Zanzucchi Pier Francesco, Zorzini Flavia, Zuncheddu Maria.


Con la Partecipazione Straordinaria del - Maestro Giorgio Chiesi

e l'artista afro-americano - Tony Egbuna Ford che si trova nel braccio della morte in Texas USA.


Una rassegna, oggi.
C'è chi potrebbe domandarsi se, in una città come Roma, e di questi anni, possa ancora avere senso una rassegna d'Arte contemporanea, come quella che qui viene presentata. Il rischio in effetti è duplice, considerato il gran numero di eventi e manifestazioni, a volte ridondanti, a volte contrastanti, alcune altre improbabili, che a ritmo serrato si aprono sul palcoscenico della città e, più in generale, su quelli nazionali ed internazionali (il che, intendiamoci, è un gran bene, è segno di una vitalità e di fermenti d'interesse di cui non si può certo lamentare mai la troppa abbondanza).
Da un lato, questa stessa ricchezza di momenti può portare ad una omologazione produttiva, per cui idee, formule progettuali e realizzazioni finiscono per assomigliarsi un po' tutte, riducendo lo sforzo curatoriale e scientifico ad una sorta di zelo notarile, alla scrupolosità compilativa, sostanzialmente al tranquillo adagiarsi sulle buone forme e sull'adesione a mode e modelli d'esposizione già ampiamente testati ed accettati.
Dall'altro lato, il pubblico, subissato di stimoli, si trova a dover indirizzare il proprio interesse – che pure è grande e vario, basti considerare gli afflussi alle entrate dei grandi e piccoli eventi culturali – lasciandosi spesso guidare nelle scelte da elementi quanto meno complementari, come può essere una buona campagna promozionale e di marketing, o il nome famoso a vario titolo partecipante, la sensazionalità a bella posta ricercata e qualche volta costruita.
Se dunque il bicipite rischio nel contesto appena descritto è quello di finire nel gran calderone dell'indifferenza, credo anche che proprio la consapevolezza di esso abbia costituito lo stimolo ed il pretesto per questo progetto espositivo, per il suo concretizzarsi nel corso dei mesi, per le sue prospettive future. L'idea di fondo, il principio guida, rimane condensato nella qualificazione nominale di “rassegna”, che si fonda attributo molto più significativo ed essenziale di quanto a prima detta non sembri.
Come dicevo, lo scenario artistico contemporaneo si frammenta, quasi si polverizza, in una miriade di eventi a se stanti, isolando gli stessi artisti nei loro individuali percorsi, nelle loro personali venture. In effetti, mancano alquanto le occasioni di un confronto largo e generalizzato, dove si condensino su un unico orizzonte le esperienze varie e di varia maturità nelle Arti figurative. Certo, ci sono le fiere-mercato, ci sono “biennali” e musei, ci sono le collezioni; ma si converrà che le logiche di funzionamento e fruizione degli eventi da essi promossi sono necessariamente altre, legate e circoscritte ad impostazioni, direi, istituzionali, ed in cui il confronto creativo, se c'è, è un aspetto sovrastrutturale, qualcuno potrebbe considerarlo addirittura accessorio, sicuramente condizionato e delimitato negli ambiti di una tematica, o di un mercato, o di un momento storico, cui si vuole dare rappresentazione e risalto, e che però si finisce in qualche modo per fossilizzare.
La prima scelta è stata quindi quella di cercare modi da dare ad una libertà del segno artistico che si è voluta la più ampia possibile. Inviti ed adesioni sono stati valutati esclusivamente in base a criteri di valore artistico, di qualità sperimentale e testimoniale, di autonoma e non preordinata capacità di produrre nessi e collegamenti.
Anche la mancanza stessa di un tema, imposto o ricavato, è stata ragionata come funzionale all'intento partecipativo e comunicativo della manifestazione. Artisti e pubblico hanno un luogo di scambio, esclusivamente questo, un parterre, un'arena ideale, chiamatela un po' come volete, dove dichiararsi ed esprimere la propria concezione dell'Arte, dove saggiare relazioni e trovare riferimenti. Opere, artisti, spettatori intessono qui dialoghi e silenzi, si avvicinano oppure divergono, disegnano un panorama a più dimensioni.
Allora, l'intento è proprio di lasciare che questo panorama, con la molteplicità delle visioni possibili, venga “fatto”, al limite che via via si delinii e rappresenti da sé, senza che una prospettiva curatoriale, più o meno azzeccata, “tagli” la visuale e gli itinerari. La suddivisione in sezioni – pittura, scultura, fotografia e arte digitale – è solo una partizione d'ordine, un aspetto formale che non vuole, e neanche potrebbe d'altronde, farsi barriera fra linguaggi diversi. Certo, l'aspetto invece sostanziale è la compresenza nella medesima occasione e nel medesimo luogo delle più varie e diverse forme espressive, un altro innesco per nuove attinenze e contiguità, un'altra componente che si fa testimonianza della complessità dell'epoca contemporanea, della rilevanza al giorno d'oggi ed in tutti i campi dell'interconnessione e della contaminazione.
Una rassegna così intesa trova dunque una sua necessità di essere e proporsi, proprio perché si lega nella sua stessa concezione alla realtà dell'Arte contemporanea. Che è una realtà dinamica, in continua e fervente evoluzione, una realtà simile a quella di un cantiere in cui non solo i lavori sono in corso, ma anche gli apporti progettuali, anche le idee. L'Arte contemporanea costruisce la propria fisionomia in un presente espanso, dove le esperienze non hanno ancora cessato di farsi ed ancora lasciano intravedere sviluppi che devono venire. È difficile immobilizzare questa realtà, tracciarne le definizioni, ma soprattutto dare ambito e spicco al carattere di sperimentazione e mutamento che le è insito. Allora, il compito di rappresentarla non può essere disgiunto dalla volontà fattuale di seguirne andamenti ed orientamenti, di adeguare anche i criteri conoscitivi e speculativi ad una agilità di instabili riferimenti e di elastici schemi.
E vien dunque da sé che questa manifestazione avrebbe meno significato se si limitasse a fare da sasso nello stagno. Se cioè rimanesse chiusa e ferma alla sua attuale realizzazione, ed all'impulso iniziale che pure vuole essere e dare. Il suo scopo è di porsi come appuntamento, come tappa ricorrente di un percorso che si va e si andrà tracciando, come momento di riflessione attiva che accompagna nel suo svolgersi quella ricerca incessante, poetica tecnica concettuale, che ogni discorso d'Arte e sull'Arte conduce.
francesco giulio farachi

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